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Categoria: rock

The Strokes – The New Abnormal

Sono trascorsi 7 anni dal precedente album ma per raccontare questo “The New Abnormal” occorre riavvolgere il nastro fino all’11 settembre 2001 data prevista dell’uscita in America del loro album di esordio “Is This It”, lo stesso giorno in cui avvenivano gli attentati alle torri gemelle di New York ( proprio per questa ragione la pubblicazione venne poi posticipata al 9 ottobre). Un album  che avrebbe incendiato da lì a poco l’intera scena newyorkese, tanto che la critica dell’epoca ne rimase incantata.  Lo stesso NME arrivò a portali nella copertina della rivista,  descrivendoli come skinny, leather-clad frames milling about on a street corner in the heart of Manhattan’s Lower East Side”,  alzando ancor più il tiro fino ad affermare come They look and sound like a band who are going to save rock!” . Gli Strokes avevamo tutto quello che da quelle parti si attendeva , la vena stanco/nostalgica e distaccata dei Velvet Underground fino al saltellante e coinciso punk-rock dei Ramones.

Fenne Lily – Breach

La storia con cui Fenne Lily arriva a scrivere il suo secondo album dal titolo “Breach” è di per se tanto incredibile quanto straordinaria, ancor più alla luce di quello che sarebbe avvenuto da lì a poco.
L’album infatti trova genesi durante il  suo periodo trascorso  a Berlino  in isolamento auto-forzato poco prima che arrivasse il lockdown dovuto al covid.  L’isolamento quindi non è una novità per Fenne Lily al punto da dedicare un intero album di canzoni su questo argomento. La stessa Lily espone il concetto chiaramente “È un pò come scrivere una lettera e lasciarla in un libro che sai che tirerai fuori quando sarai triste, come un messaggio per te stesso in futuro”.
Un album che ci parla a cuore aperto delle proprie sensazioni e delle proprie debolezze che si pone continue domande su argomenti che spesso cerchiamo di nascondere a noi stessi

Muzz – Red Western Sky

Muzz è il nuovo B-side project costruito da Paul Banks (Interpol), Josh Kaufman (produttore / polistrumentista), Matt Barrick (batterista di Jonathan Fire * Eater, The Walkmen e Fleet Foxes).  L’omonimo album di debutto è atteso per il 5 giugno su Matador, ed è stato anticipato da singoli esplosivi arrivati in rapida sequenza nelle piattaforme streaming che hanno fatto già gridare al gran colpo. I tre sono amici di vecchia data, Banks e Kaufman si conoscono fin dall’infanzia, avendo frequentato il liceo insieme in Spagna prima di trasferirsi separatamente a New York.

Big Thief – Two Hands

Che l’indie-folk sia la vera novità di questo 2019 ormai è un dato di fatto, la risposta capace di rompere l’egemonia tutta liquida del non suonato a favore di un ritrovata capacità dell’ascolto in chiave omogenea e strutturata. Recuperare una musica suonata e utilizzare l’intero album come forma comunicativa Vs il singolo brano ( tanto amato dagli algoritmi ). Posto di diritto in questo nuovo risorgimento musicale spetta al quartetto di  Brooklyn capeggiato dalla cantante Adrianne Lenker , capace di portare sulle scena due magnifici album nello stesso anno, due lavori legati dallo stesso Dna eppure profondamente diversi. Il primo U.F.O.F. definito il gemello extra-terreste,  etereo e sussurrato mentre il secondo “Two Hands”  indicato come il gemello terrestre

Lewin – For The Left Behind

Calato nel pieno della parte, intriso di  atmosfere autunnali che man mano si fanno più ombrose e rallentate arriva il debutto sulla scena dell’olandese Jara Holdert in arte Lewin con il suo Ep di esordio “For The Left Behind“.  Sentimenti ed emozioni  vissute in prima persona, come la stessa Jara ci racconta ” Non ci sono parole fantasiose o abiti alla moda”,  solo le canzoni e la sua voce, vulnerabile e brutalmente onesta. Con alcune pennellate precise, evoca scene della vita reale, nessun amore romantico ma al contrario una narrazione dai contorni irregolari.

Palace – Life After

” Speranza e positività: vedere la luce alla fine di un lungo tunnel. Si tratta di attraversare momenti difficili e uscire dall’altra parte ” questa la dichiarazione con cui il songwritten Leo Wyndham presenta il secondo lavoro dei londinesi Palace. Musica per anime smarrite, malinconiche ma pronte a risollevarsi, Life After è sia un album sulla perdita sia un album che racconta su come andare avanti. ” Sto scrivendo questa canzone, per aiutarti a respirare di nuovo ” si recita nella title track iniziale, un intimo inno alla resilienza.   Dopo il fortunato esordio dell’ep “Lost In the Night” del 2014 ed il successivo album “So Long Forever” del 2016,