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Categoria: indie-folk

Fenne Lily – Breach

La storia con cui Fenne Lily arriva a scrivere il suo secondo album dal titolo “Breach” è di per se tanto incredibile quanto straordinaria, ancor più alla luce di quello che sarebbe avvenuto da lì a poco.
L’album infatti trova genesi durante il  suo periodo trascorso  a Berlino  in isolamento auto-forzato poco prima che arrivasse il lockdown dovuto al covid.  L’isolamento quindi non è una novità per Fenne Lily al punto da dedicare un intero album di canzoni su questo argomento. La stessa Lily espone il concetto chiaramente “È un pò come scrivere una lettera e lasciarla in un libro che sai che tirerai fuori quando sarai triste, come un messaggio per te stesso in futuro”.
Un album che ci parla a cuore aperto delle proprie sensazioni e delle proprie debolezze che si pone continue domande su argomenti che spesso cerchiamo di nascondere a noi stessi

Big Thief – Two Hands

Che l’indie-folk sia la vera novità di questo 2019 ormai è un dato di fatto, la risposta capace di rompere l’egemonia tutta liquida del non suonato a favore di un ritrovata capacità dell’ascolto in chiave omogenea e strutturata. Recuperare una musica suonata e utilizzare l’intero album come forma comunicativa Vs il singolo brano ( tanto amato dagli algoritmi ). Posto di diritto in questo nuovo risorgimento musicale spetta al quartetto di  Brooklyn capeggiato dalla cantante Adrianne Lenker , capace di portare sulle scena due magnifici album nello stesso anno, due lavori legati dallo stesso Dna eppure profondamente diversi. Il primo U.F.O.F. definito il gemello extra-terreste,  etereo e sussurrato mentre il secondo “Two Hands”  indicato come il gemello terrestre

Lewin – For The Left Behind

Calato nel pieno della parte, intriso di  atmosfere autunnali che man mano si fanno più ombrose e rallentate arriva il debutto sulla scena dell’olandese Jara Holdert in arte Lewin con il suo Ep di esordio “For The Left Behind“.  Sentimenti ed emozioni  vissute in prima persona, come la stessa Jara ci racconta ” Non ci sono parole fantasiose o abiti alla moda”,  solo le canzoni e la sua voce, vulnerabile e brutalmente onesta. Con alcune pennellate precise, evoca scene della vita reale, nessun amore romantico ma al contrario una narrazione dai contorni irregolari.

Old Sea Brigade – Ode To A Friend

La prima stella a brillare in questo 2019 arriva dal Tennessee, precisamente da Nashville dove il polistrumentista Ben Cramer, meglio conosciuto con il curioso nome di Old Sea Brigade, aveva già iniziato a far parlare di se, con la riuscitissima “Love Brought Weight“, contenuta nell’omonimo ep del 2016, capace di superare i 25 milioni di streaming. Questo folgorante debutto, accompagnato dalla sapiente guida del produttore Jeremy Griffith, raccoglie tutta la migliore tradizione nu-folk americana resa più che mai attuale dal preciso incastro del piano, dei synth, dei suoni elettronici e ambient che vanno a disegnare e completare un quadro che rimane volutamente minimal.

Tribute – To Elliot Smith From Portland

Raccolta tributo dedicata alla memoria dell’indimenticato Elliott Smith. A realizzarla un gruppo di muscisti dell’area di Portland (sua città adottiva), a quasi tre anni dalla morte si torna a parlare di uno degli artisti più influenti e al contempo sottovalutati della storia del folk-rock americano. Destinato a diventare il nuovo Nick Drake, prima ignorato dalla stampa americana poi scoperto per incanto agli oscar del cinema, quando le sue canzoni fanno da colonne sonore a film del calibro di Will Hunting e American Beauty. Sicuramente il più dotato cantautore della sua generazione, due spanne sopra tutti gli altri. La droga e l’alcol suoi assidui compagni di viaggio, nonostante tutti

Thomas Dybdahl – The Great October Sound + One Day You’ll Dance For Me, New York City

Chiudiamo le pagine del 2004 con qualche giorno di ritardo,causa il tempo necessario per ascoltare e apprezzare sbalorditi la doppia fatica di Thomas Dybdahl. Due album: il primo si tratta in realta di un album del 2002 “The Great October Sound” uscito in europa soltanto adesso e il secondo uscito solamente in Norvegia “One Day You’ll Dance For Me, New York City”, che in quel “paesino” è presto salito in vetta. Andiamo con ordine e parliamo del tardivo-per noi- “The Great October Sound”, inno al folk-rock che sa tanto del piu intimo Jeff Buckley, quanto non fa mistero di esserlo, sentite la song di apertura “Fron Grace”. Certo le distanze ci sono tutte, ma Dybdahl riamane a suo modo quanto di piu vicino ci sia veramente