Vai al contenuto

Categoria: new wave

Interpol – Fine Mess

A meno di un anno dall’uscita del riuscittissimo “Marauder”,  la band newyorkese annuncia questo nuovo ed inatteso singolo “Fine Mess” accompagnato da ulteriori  nuove date al tour americano. Paul Banks e soci stanno ritrovando una seconda giovinezza e questi tre minuti e quattordici  secondi  di oscuro post-punk rivelati in  “Fine Mess” ne sono la riprova.

The Horrors – Skying

Si può rimanere increduli e chiedersi, ma sono proprio loro? sono gli stessi che appena qualche tempo fà se ne uscivano con un disco garage rock pieno di suoni psicotici alla continua ricerca di una dimensione “bordelline“. Si sono proprio loro e oggi ad appena tre anni di distanza il salto evoluzionale sembra concluso (?). La band londinese se ne esce con un degli album più interessanti di questo 2011, rumori di tipico stampo ottanta, ricerca di ambienti quasi strumentali ed una latente psicadelia di fondo che rende il sound meno  aggressivo e ne esalta le forme e le immagini.

The Doormen – The Doormen

Stereotipi e loro contrari, questo in estrema sintesi il debutto dei The Doormen. “New-wave” e “Post-punk” sono input capaci, in suolo britannico, di  muovere la corsa di qualunque talent scout alla ricerca della “next big thing” da elevare agli altari, e che invece dalle nostre parti sono sufficienti per passare all’ascolto del disco successivo. Il debutto del quartetto ravennate dei The Doormen al contrario ribalta la scena. Il disco suona potente, oscuro e senza punti di debolezza, il solcare una via tanto accidentata rispetto al mainstream nostrano ne aggiunge ulteriore valore. I riferimenti sono fin troppo evidenti, si va dai Joy Division

Hurts – Happiness

Se in passato avete contratto il virus denominato “new-wave”, state alla larga da questo “Happiness“, potrebbe generare pericolose ricadute. L’esordio del duo di Manchester composto da Adam Anderson (chitarre e synth) e Theo Hutchcraft (voce) è quanto di più “ottanta” sia uscito da questo 2010. Dietro questo ambizioso progetto in realtà ci sono due navigati personaggi come Mark Stent ( già con Madonna e Kaiser Chief ) e Richard Stannard produttore, per Kylie Minogue, capaci di cucire un “groove” adatto tanto ai cultori del sofisticare, quanto agli amanti delle sonorità spiccatamente mainstream. La scena si apre con il pesante depeche-mood di “Silver Lining

The Killers – Day And Age

Day and Age“, i Killers tornano sul luogo del delitto, sfrontati, ambiziosi, e assolutamente vincenti. Tutto, e il contrario di tutto, questa la via maestra per il successo dei Killers. Nel tempo in cui l’America si sposta sull’onda dell’ Obama mania, Brandon Flowers si professa difensore delle armi, simpatizzante di George Bush, patriota e credente, per di più mormone, insomma mostra di avere tutte le carte in regola per attirare l’attenzione su di se. Folta e nutrita anche la lista degli “amici”, nella presentazione del nuovo singolo “Human“, manda in pensione gli U2, “il loro tempo è passato ora ci sono i Killers”, tenero anche con i Green Day, definendo disgustoso il  video “American Idiot” per il loro antipatriottismo. Tra i  sostenitori spuntano  però nomi eccellenti

Editors – An End Has A Start

Un elogio dei chiaroscuri questo in sintesi il concentrato del secondo album degli inglesi Editors “An End Has A Start“. Dal duopolio delle immagini in bianco e nero che aveva caratterizzato l’ottimo esordio con “The Back Room” si passa ad accorporare le tonalità intermedie e questo sposta tutto il lavoro su livelli di eccellenza assoluta. Gli Editors rimangono una band dalle atmosfere oscure,  poco disposta a svestire questi abiti, ma le capacità interpretative della voce di Tom Smith profonda ed emozionale,  mischiate ai riff della chitarra di Chris Urbanowicz producono effetti da far impallidire qualunque fan della prima ora, vedi “Spieders” o “Bones”. L’apripista “Smokers Outside The Hospital Doors” insieme a “An End Has A Start”