Atteso come uno degli eventi dell’anno è arrivato il momento di “Antics”,doveva essere l’abum della consacrazione e della maturità per il quartetto newyorkese e alla fine dei conti questo è stato. Rock “crudo” e “melodico”, buio e malinconico, affermare che si è di fronte alla realizzazione di un suono definitivo dopo appena due album potrebbe essere pretensioso ed esagerato, ma le realtà è molto vicina a questo. Il punto di forza dell’ album è tutto ci centrato nell’atmosfera cupa, nel suono deliniato, nella voce che affronta le canzoni tutte con lo stesso “distacco” è un pò ( con le dovute distanze ) come ascoltare le tracce dei Bauhaus, dove a prescindere dal brano il modus operandi è identico. “Next Exit” con la sua melodia lenta e trascinte, poi le splendide “Narc” ed “Evil”con rapidi cambi di ritmo giocati su pochi ma azzecati accordi, si continua con “Take You On A Crise ” delicata e struggente uno degli apici dell’album insieme a “A Time To Be So Small “. Sorpenderà il fatto che il modo di concepire le canzoni sia volutamente semplice e se vogliamo quasi “pop” per ammissione dello stesso cantante Paul Banks, ma questo consente e dona all’album un approccio diretto, immediato. C’e anche spazio per riff di chitarra piu agressivi e martellanti come in “Not Even Jail” o “Leingth Of Love”, in stile Joy Divison. Questo è oggi il suono che rappresenta meglio gli interpol, non saranno innovativi, non saranno alternativi, ma hanno ormai una loro precisa identità e se perfino i Cure li hanno voluti con loro sul palco del Curiosa Festival, per ventidue date, un motivo ci sarà pure.
Interpol – Antics
Pubblicato inrock
A parer mio è un ottimo cd, tuttavia resto più affascinato dal primo, più vario, forse più legato alla new wave di quanto antics possa essere. Detto questo, credo che andro’ a vederli a nonantola tra qualche giorno!
Alex