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Muzz – Red Western Sky

Muzz è il nuovo B-side project costruito da Paul Banks (Interpol), Josh Kaufman (produttore / polistrumentista), Matt Barrick (batterista di Jonathan Fire * Eater, The Walkmen e Fleet Foxes).  L’omonimo album di debutto è atteso per il 5 giugno su Matador, ed è stato anticipato da singoli esplosivi arrivati in rapida sequenza nelle piattaforme streaming che hanno fatto già gridare al gran colpo. I tre sono amici di vecchia data, Banks e Kaufman si conoscono fin dall’infanzia, avendo frequentato il liceo insieme in Spagna prima di trasferirsi separatamente a New York.

Migliori Album – 2019

1- Weyes Blood – Titanic Rising
2 – Big Thief – Two Hands
3 – Julia Jacklin – Crushing
4 –  Angel Olsen – All Mirrors
5 – The National – I Am Easy To Find
6 – Big Thief  – U.F.O.F.
7 – Lewin – For The Left Behind
8 – Aldous Harding – Designer
9 – Tallies – Tallies
10 – Old Sea Brigade- Ode To A Friend
11 – Palace- Life After
12 – FKA twigs – Magdalene
13 – James Blake – Assume Form
14 – Bonnie Prince Billy – I Made A Place
15 – Jessica Prat – Quiet Signs 
16 – These New Puritans – Inside The Rose
17 – Sharon Van Etten- Remind Me Tomorrow
18 – Better Oblivion Community Center  – Better Oblivion Community Center
19 – Desperate Journalist – In Search Of The Miraculous 
20 – Lana Del Rey – Norman Fucking Rockwell!

Big Thief – Two Hands

Che l’indie-folk sia la vera novità di questo 2019 ormai è un dato di fatto, la risposta capace di rompere l’egemonia tutta liquida del non suonato a favore di un ritrovata capacità dell’ascolto in chiave omogenea e strutturata. Recuperare una musica suonata e utilizzare l’intero album come forma comunicativa Vs il singolo brano ( tanto amato dagli algoritmi ). Posto di diritto in questo nuovo risorgimento musicale spetta al quartetto di  Brooklyn capeggiato dalla cantante Adrianne Lenker , capace di portare sulle scena due magnifici album nello stesso anno, due lavori legati dallo stesso Dna eppure profondamente diversi. Il primo U.F.O.F. definito il gemello extra-terreste,  etereo e sussurrato mentre il secondo “Two Hands”  indicato come il gemello terrestre

Lewin – For The Left Behind

Calato nel pieno della parte, intriso di  atmosfere autunnali che man mano si fanno più ombrose e rallentate arriva il debutto sulla scena dell’olandese Jara Holdert in arte Lewin con il suo Ep di esordio “For The Left Behind“.  Sentimenti ed emozioni  vissute in prima persona, come la stessa Jara ci racconta ” Non ci sono parole fantasiose o abiti alla moda”,  solo le canzoni e la sua voce, vulnerabile e brutalmente onesta. Con alcune pennellate precise, evoca scene della vita reale, nessun amore romantico ma al contrario una narrazione dai contorni irregolari.

Palace – Life After

” Speranza e positività: vedere la luce alla fine di un lungo tunnel. Si tratta di attraversare momenti difficili e uscire dall’altra parte ” questa la dichiarazione con cui il songwritten Leo Wyndham presenta il secondo lavoro dei londinesi Palace. Musica per anime smarrite, malinconiche ma pronte a risollevarsi, Life After è sia un album sulla perdita sia un album che racconta su come andare avanti. ” Sto scrivendo questa canzone, per aiutarti a respirare di nuovo ” si recita nella title track iniziale, un intimo inno alla resilienza.   Dopo il fortunato esordio dell’ep “Lost In the Night” del 2014 ed il successivo album “So Long Forever” del 2016,

Tallies – Tallies (Fear Of Missing Out)

Sogno ad occhi aperti, caledoscopio di suoni ed immagini, questa la migliore nota introduttiva per riassumere l’esordio dei canadesi Tallies. L’amore per il sound tipicamente inglese di fine anni 80, impadronisce ogni singola traccia di questo lavoro, dream pop raffinato e curato con influenze shoegaze, ethereal wave e momenti surf pop a farne da cornice. Un piccolo gioiello, dove ogni cosa è ordinatamente al suo posto, come non abbandonarsi allo sfondo atmosferico di “Trains And Snow” oppure alle meravigliose chitarre di “Midnight” e alla rassicurante leggerezza di “Have You”.